Cesar Cascabel by Jules Verne

Cesar Cascabel by Jules Verne

autore:Jules Verne [Verne, Jules]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: ebook gratuito - vietata la vendita
pubblicato: 2012-04-26T12:35:58+00:00


CAPITOLO II

FRA DUE CORRENTI

LA «BELLE ROULOTTE» era finalmente su terra ferma e non doveva più temere che il campo di ghiaccio le si spezzasse sotto le ruote. Si può immaginare facilmente quanto la famiglia Cascabel apprezzasse tale vantaggio.

Si era fatto buio, e le stesse disposizioni della sera precedente furono prese per il pernottamento, cinque o seicento passi nell’interno dell’isolotto Diomede. Si occuparono prima degli animali e poi della «gente di spirito», secondo l’espressione di Cascabel.

Del resto non faceva molto freddo. La colonnina del mercurio non indicava più di quattro gradi sotto zero, cosa, del resto, poco importante, perché, finché durava la sosta, non c’era da temere l’aumento della temperatura. Sarebbe bastato aspettare che scendesse ancora perché il campo di ghiaccio ridiventasse sicuro. L’inverno con tutti i suoi rigori, non poteva tardare.

Essendo ormai notte fonda, il signor Serge rinviò all’indomani l’esplorazione dell’isolotto. Furono prese prima di tutto le migliori disposizioni per i cavalli, ai quali occorreva buon nutrimento e molto riposo, poiché erano estenuati, e servita la cena, ciascuno si servì, avendo fretta di buttarsi sul letto dopo tante fatiche.

Tutta la Belle Roulotte in breve fu immersa nel sonno, e quella notte Cornélia non sognò né abissi né sfaceli nei quali sprofondava il suo carrozzone.

Il giorno dopo, 25 ottobre, appena ci fu luce abbastanza, Serge, Cascabel e i suoi figlioli andarono a esplorare l’isolotto.

Quello che più li meravigliò fu l’incredibile quantità di quelle foche conosciute sotto il nome di «otarie», che vi si erano rifugiate.

Infatti, questi animali s’incontrano in maggior numero in quella parte del mare di Behring, che è limitata al sud dal cinquantesimo grado di latitudine nord.

Esaminando la carta, non si può non rimanere colpiti dalla configurazione che hanno le due coste, americana ed asiatica, e soprattutto dalla loro somiglianza. Poste l’una di fronte all’altra, hanno lo stesso profilo nettamente disegnato: la terra del principe di Galles sta di fronte alla penisola dei ciukci; il golfo di Norton al golfo dell’Anadyr; l’estremità della penisola dell’Alaska s’incurva come la penisola della Kamtchatka, e il tutto è circondato dalle isole Aleutine. Eppure non si può dedurne che l’America sia stata separata bruscamente dall’Asia da qualche cataclisma dell’epoca preistorica, che abbia aperto lo stretto di Behring, poiché non una delle sporgenze di un litorale corrisponde alle insenature dell’altro.

In questa zona le isole sono numerose: San Lorenzo, già citata, Nunivak sul litorale americano, Karaghniskii, sul litorale asiatico; poi, non lontano dalle rive della Kamtchatka, l’isola Behring; vicino all’isoletta del rame, e a poca distanza dalle rive dell’Alaska, le isole Pribyloff. La somiglianza delle coste è dunque completata da una identica disposizione degli arcipelaghi. Ora appunto quelle isole Pribyloff e le isole di Behring sono il rifugio favorito delle foche che frequentano quei mari. Vi si possono contare a milioni, e per questo sono pure il ritrovo dei cacciatori di professione di otarie e di lontre marine.

Queste ultime, mezzo secolo fa, erano numerosissime, ora sono divenute rare a causa di una spietata distruzione.

Quanto alle otarie, nome generico nel quale vengono compresi i leoni marini,



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